Uomo politico messicano. Di famiglia indiana, si laureò in Legge ed
entrò a far parte della vita politica messicana, divenendo governatore di
Oaxaca nel 1847; fu esiliato per motivi politici dal presidente A.L. de Santa
Anna. Dopo due anni di esilio dal 1853 al 1855, alla caduta di Santa Anna
tornò in Messico e divenne ministro della Giustizia e degli Affari
ecclesiastici sotto i presidenti J. Alvarez e J. Comonfort, promulgando leggi
che limitavano i privilegi della chiesa e dell'esercito. Nel 1857 il
conservatore cattolico F. Zuloaga prese il potere ma
J., divenuto nel
frattempo vicepresidente e ministro degli Interni, non riconobbe il nuovo
Governo e ne organizzò un altro a Vera Cruz, promulgando leggi
riformatrici. Dopo lo scoppio della guerra civile,
J. entrò a
Città del Messico e fu eletto presidente della Repubblica con il
riconoscimento di Francia e Gran Bretagna. Ma la sua politica di riforme, la
confisca dei beni religiosi, la sospensione dei pagamenti a Francia, Gran
Bretagna e Spagna, provocarono la reazione armata delle stesse. Si giunse ad un
accordo, ma la Francia con Napoleone III non desistette dal suo atteggiamento di
intransigenza e inviò le sue truppe in Messico. Città del Messico
fu occupata e fu eletto re Massimiliano d'Austria, fratello di Francesco
Giuseppe.
J., con l'aiuto degli Stati Uniti, iniziò la lotta
armata che si concluse con la vittoria dell'esercito di
J. e con la
fucilazione di Massimiliano d'Austria (1867).
J. fu rieletto presidente
della Repubblica. Continuò nella sua opera di riforme sociali, ma la sua
improvvisa morte, nel 1872, portò nuovamente il Messico alla guerra
civile (S. Pablo Guelatao, Oaxaca 1806 - Città del Messico 1872).